Il Manifesto
"La deformazione"
La deformazione fa riferimento ai recenti movimenti scientifici e intellettuali dell’arte contemporanea ed agli studi delle dimensioni con nuove prospettive astronomiche – matematiche ed elementi psicofisici.
Essa si basa sugli studi generali delle teorie del macrocosmo (universo) e microcosmo (sistema atomico e particelle elementari), della materia e antimateria.
I suoi temi sono di carattere storico, psichico e sociologico (comunicazione e speranza), ma comprende anche elementi della scienza astronomica e del solipsismo.
Nella sua evoluzione questa forma di arte pittorica parte da un campo visivo bidimensionale (arte egiziana) per seguire uno tridimensionale (rinascimento), ed a questo successivamente segue un altro campo tridimensionale, di carattere tecnico-scientifico, che s’ispira alle teorie della 4a dimensione secondo le recenti scoperte (futurismo e cubismo).
Con questo la deformazione si riferisce alle già determinate teorie scientifiche, come quella dell’esplosione primordiale e dell’espansione dell’universo.
Con la deformazione verrebbe abbracciato tutto quel campo universale multidimensionale che va oltre la nostra concezione spaziale, alla quale le curve a spirale provenienti da uno o piu`punti potrebbero essere applicate come deformazione a parametro. (Modello cosmico: espansione dell’universo, teoria dell’esplosione primordiale, teoria della relatività generale di Einstein. Tutto è geometria, topologia, spazio strutturale. Lo spazio fisico non è euclidico, bensì ultradimensionale). Si potrebbe in questo caso allegare per esempio una 4a dimensione, una 5a dimensione…. e così via.
La deformazione è un nuovo modo di vedere la realtà, aperta a future prospettive sociali, indica la decadenza delle fedi spirituali e teologiche. Essa conosce e crede con forte sicurezza all’individualismo nella comunicazione sociale.
Il Manifesto (2a parte)
Fino ad ora mi sono limitato a deformare nei miei quadri su tela tradizionale (con forma bidimensionale) quel campo universale multidimensionale con le curve a spirale, applicando diverse prospettive visuali (metodo A, B e C).
In questi esperimenti ho incluso la stessa tela come mezzo tecnico, raggiungendo così una riuscita combinazione tra forma e stile. Con questo sono riuscito per la prima volta a dare sulla tela una nuova dimensione e precisamente quella „deformata“.
La solita tela tradizionale a forma bidimensionale viene rimpiazzata con una nuova forma dimensionale (2 1\2 dimensioni) con cui si possono raggiungere degli effetti non solo visuali ma anche di volume.
Con questo viene stabilito un equilibrio fra forma e stile. La tela non verrà più solo esposta come „quadro“ in senso consuetudinario, bensì come oggetto oppure come opera plastica.
Rocco Barone – Kriftel, 04.11.1980